Intervista in MestreEnglish version

Di Elise Valere dei Branduardi-ans

- Prima domanda, Angelo, quando avremo il piacere di applaudirti in Belgio e in Francia ?

 Angelo: A dire il vero, generalmente, io conosco il luogo del mio prossimo concerto e il mio enturage bada di non darmi troppe informazioni su ciò che riservano i mesi a venire, dunque, tutto ciò che posso dire adesso è che è previsto, sicuramente, nel novembre 2003.

 

- Tu sei qui a Mestre per il debutto del tuo nuovo tour ispirato al CD “Altro ed altrove”, cosa provi quando proponi al pubblico il primo concerto su un nuovo progetto?

Angelo: Non è mai routine per me, è una specie di miscuglio nel quale c’è un po’ di voglia di sorprendere, soprattutto nella prima parte dove ho introdotto delle cose nuove, piuttosto rischioso per un artista popolare. D’altro canto, il fatto di avere una solida esperienza (30 anni) mi permette di fare questo genere di innovazioni sapendo che il pubblico mi segue. Certamente non avrei potuto avere lo stesso genere di audacia una volta. Io adesso so che il mio pubblico accetta di vedere dove sto andando, dove voglio spingermi, sanno che possono fidarsi di me. 

 

- Questo significa che conosci bene il tuo pubblico?

Angelo: Lo conosco bene sì, e loro conoscono bene me, sono degli amici. A parte i nuovi, che mi stanno scoprendo!

E’ sempre un po’ pericoloso per un artista il cambio di generazione. E’ qui che bisogna consolidare o distruggere l’immagine…

 

- Nelle tue canzoni è presente un’enorme concordanza simbolica, sia nella musica che nei testi, ma anche una ricerca di perfezione sonora…

 Angelo: Ci sono cose sulle quali io non rifletto, è veramente l’istinto. Questo

significa, senza dubbio, che certi giorni sono migliori di altri.

 

- E oggi, per esempio, cosa pensi della reazione del pubblico, sai cosa ti aspetta?

  Angelo: Per niente. Puoi stare sei mesi a fare prove senza pubblico, e dopo tutto questo tempo  non sai mai lo stesso cosa ti aspetta

  

- Nel tuo nuovo CD “Altro ed altrove”, canti dei testi primitivi su una musica che utilizza molta tecnologia moderna, perchè questa transizione?

  Angelo: E’ il frutto del lavoro di Carlo (Gargioni) e mio, è stato suonato tutto in due. Abbiamo lavorato insieme nel mio studio in casa mia, tra le montagne. Abbiamo suonato noi stessi tutti gli strumenti, le corde, il violino, violoncello, ecc. per integrarli successivamente in modo armonico grazie alla tecnologia. 

Sono, per esempio, delle vere chitarre quelle che sono passate attraverso gli emulatori per produrre questa sonorità così particolare. Bisogna dire che il progetto era inizialmente abbastanza poco definito, perché, molto spesso, non sei tu che scegli la musica, è il contrario. Basta lasciarsi andare e la musica ti prende e ti conduce… all’inizio puoi immaginare di fare del pop o dell’heavy metal e poi ti ritrovi con del rock!

 

- Cos’ha più importanza per te, cosa ti tocca di più: la musica o i testi?

  Angelo: Beh, è difficile a dirsi, perché in questo disco qui, le due cose hanno un’importanza assolutamente pari. Forse perché è nato con l’idea, all’inizio, che avremmo fatto un “concept album” e che avremmo utilizzato questi bellissimi testi che giocano in questo contesto un ruolo  principale. 

 

- Parlando di testi, tu ricorri sempre a fiabe deliziose, ad allegorie; non ti conosco ancora canzoni nella stile” Sono malato, soffro e il mio cuore sanguina…”…

  Angelo: E’ vero, io non amo fare questo, io racconto delle favole, delle storie…è perché non amo annoiare la gente con i miei problemi, i miei amori sfortunati o disgrazie diverse. E’ sempre un mestiere, non un’altra cosa. Per me l’arte non è la fotografia, è vedere ed esprimere ciò che c’è al di là del muro e che forse non vedi. Almeno per quello che mi concerne personalmente, mentre c’è gente che fa del realismo molto bene… per me, è completamente irrealista.

 

  

- E’ questo che ti attribuisce un posto particolare nel mondo della musica…, che

ne pensi?

 Angelo: Ne sono contento, l’ho cercato…” a forza di correre da solo, si arriva sempre primo”

 


 
Elise Valere 
www.angelobranduardi.net

-Un particolare ringraziamento ad Antonella Grioni per la traduzione dal francese.

 

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